Xylella fastidiosa (Wells et al.) è un patogeno batterico delle piante trasmesso da insetti vettori e associato a malattie gravi che interessano un’estesa varietà di piante. Questo batterio viene classificato tra gli organismi nocivi prioritari da quarantena rilevanti per l’Unione Europea, di cui all’articolo 6 del Regolamento (UE) 2016/2031, elencati nell’allegato del Regolamento (UE) 2019/1702, in quanto è considerato uno dei batteri fitopatogeni più pericolosi al mondo, a causa della velocità con la quale si diffonde nella pianta ospite, portandola a e alla morte. Ha fatto la prima comparsa in California, dove ha causato rilevanti danni su piante di vite (Malattia di Pierce della Vite) e in Brasile su piante di agrumi (Clorosi variegata degli agrumi – CVC).
X. fastidiosa venne scoperta su olivi pugliesi, nell’Italia meridionale, a ottobre del 2013, prima segnalazione del batterio nell’Unione Europea. Da allora la sua presenza è stata segnalata anche in Francia, Spagna e Portogallo. Attualmente sono note cinque sottospecie riconosciute di X. fastidiosa: fastidiosa, multiplex, pauca, sandyi e morus, nonché ricombinazioni di sottospecie.
In Italia, sono presenti le sottospecie pauca, multiplex, fastidiosa. Dal 2013, X. fastidiosa si è diffusa nella Regione Puglia, (provincia di Lecce) attraverso la sottospecie pauca, causando gravi danni all’olivicoltura pugliese (“disseccamento rapido dell’olivo”). Sono stati, poi, rinvenuti focolai (ancora presenti) della sottospecie multiplex in Toscana e nel Lazio.
Recentemente, a febbraio 2024, è stata, altresì, segnalata, in provincia di Bari, la presenza di Xylella fastidiosa subsp. fastidiosa, sia su alberi di mandorlo che su piante di vite, nonché la presenza della sottospecie multiplex.
Sono in corso le procedure per la gestione e l’attuazione delle misure fitosanitarie d’emergenza per il contrasto alla diffusione dell’organismo nocivo.
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Come avviene la diffusione
Xylella fastidiosa è un batterio gram-negativo che attacca lo xilema delle piante, la cosiddetta parte legnosa del fascio conduttore delle piante vascolari, attraverso la quale si effettua il trasporto dell’acqua e delle sostanze minerali che in essa sono contenute. Il batterio viene trasmesso da insetti, fitomizi, che si nutrono succhiando la linfa dei vasi xilematici contenuto nei vegetali con l’apparato boccale pungente-succhiatore. In Italia, l’insetto vettore più comune è Philaenus spumarius e in misura minore Neophilaenus campestris e P. italosignus. Gli adulti alati di questi insetti, sono i principali responsabili della diffusione di X. fastidiosa a causa della loro elevata mobilità e della loro infezione persistente.
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Quali sono i sintomi
La tipologia di sintomo, che ricorda quelli causati dallo stress idrico, dipende dalla combinazione fra la specie vegetale ospite e il ceppo di X. fastidiosa. L’infezione può provocare, infatti, sia la rapida morte della pianta, che, in altri casi, la comparsa di sintomi lievi. Sulla base della sintomatologia e dell’impatto economico commerciale che ne deriva, alcune importanti malattie sono riportate di seguito:
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- Sindrome del disseccamento rapido dell’olivo, Clorosi variegata (agrumi), infezioni del mandorlo e ciliegio – malattie associate a X. fastidiosa subsp. pauca
- Malattia di Pierce (vite), Bruscatura fogliare del mandorlo, infezioni del mandorlo e ciliegio – malattie associate a X. fastidiosa subsp. fastidiosa
- Nanismo del pesco, Scottatura delle foglie di susino – malattie associate a X. fastidiosa subsp. multiplex
Una vasta gamma dei danni che provoca questo batterio è disponile alla pagina web di “EPPO Global Database”.
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Quali piante sono vulnerabili al patogeno
Ogni sottospecie di X. fastidiosa presenta una diversa gamma di specie vegetali ospiti, alcune delle quali di grande importanza economica (vite, agrumi, piante da frutto, caffè), oltre a specie spontanee tipiche della macchia mediterranea (ginestra, alaterno, calicotome, elicriso, rosmarino, cisto, mirto, alloro, lavanda). Il Regolamento (UE) 2020/1201 elenca, in allegato I, tutte le piante da impianto, escluse le sementi, “ospiti” di X. fastidiosa e individua, in allegato II, le “piante specificate”, ossia quelle notoriamente sensibili a sottospecie specifiche dell’organismo nocivo.
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Ciclo vitale dell’insetto vettore
In Italia, l’insetto vettore compie una sola generazione all’anno e sverna come larva di terza età nel terreno. Gli adulti sfarfallano verso l’inizio di giugno e sono attivi fino a settembre con un picco di volo in genere nel mese di luglio.
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Quali sono i siti a maggior rischio
I siti a maggiore rischio sono i vivai, i centri di giardinaggio, i porti, gli aeroporti, i centri di vendita di materiale vegetale di importazione da Paesi in cui è presente la malattia e le principali vie di comunicazione a causa della possibile diffusione del trasporto passivo degli insetti adulti (“autostoppismo”) su vari mezzi di trasporto (es. voli nazionali ed internazionali, veicoli su gomma etc.), indipendentemente dalle piante ospiti eventualmente trasportate.
Per approfondimenti si rimanda alla scheda tecnica per le indagini, del Servizio fitosanitario nazionale relativo a X. fastidiosa, il Documento Tecnico Ufficiale n. 39, e alle informazioni disponibili su EFSA pest survey card.
X. fastidiosa è originaria delle Americhe, ed è stata poi segnalata in Iran, infettando piante di vite e di mandorlo e (Amanifar et al., 2014), in Israele sul mandorlo (EPPO, 2019b), a Taiwan attaccando le foglie di pero (Su et al., 2013). In Europa, si è estesa in Francia, Spagna, Portogallo, Italia. Si è diffusa a livello globale come mostra la mappa di “EPPO Global Database”.
Nel 2024, in Italia, i focolai sono presenti nelle seguenti aree:
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- Puglia, aree delimitate e normativa,
- dal 2013, subsp. pauca
- dal 2024, subsp. fastidiosa e multiplex
- Toscana, aree delimitate e normativa, dal 2018, subsp. multiplex
- Lazio, aree delimitate e normativa, dal 2021, subsp. multiplex
- Puglia, aree delimitate e normativa,
Le aree indenni, risultanti dalle indagini svolte dai Servizi fitosanitari regionali, sono state riportate nell’Ordinanza n. 3 del 26 Maggio 2023 (versione inglese – courtesy translation), confermando l’assenza di Xylella fastidiosa in tutto il territorio nazionale ad eccezione delle aree delimitate delle Regioni Puglia, Toscana e Lazio.
Le attività di Sorveglianza, che si svolgono sulla base del Piano Nazionale di Indagine (PNI), consistono nella realizzazione di ispezioni visive, nel posizionamento e controllo di trappole e nel prelievo di campioni per i controlli analitici da parte dei laboratori dei Servizi fitosanitari regionali. L’applicazione del Piano Nazionale di Indagine è finalizzato alla definizione del Pest status dell’organismo nocivo sul territorio nazionale.
Per quanto riguarda X. fastidiosa, dal 2023, il PNI è stato realizzato con l’introduzione di una programmazione su base statistica per l’identificazione del numero dei campioni da analizzare, attraverso l’applicazione della metodologia EFSA – RiPEST. Pertanto, la pianificazione del 2024, ha previsto la rilevazione del batterio (oltre tramite la cattura del vettore/insetto) su piante attraverso la raccolta di 65.769 campioni, l’esecuzione di 28.521 test e con un livello di confidenza superiore dell’80% si è stimata l’assenza del batterio nei siti ispezionati.
I risultati delle precedenti indagini (dal 2020 al 2022), hanno confermato l’ulteriore diffusione sul territorio nazionale, come riportato nella seguente tabella.