La fitoplasmosi Flavescenza dorata (FD), è una malattia causata da fitoplasmi, che ricade nel gruppo dei cosiddetti giallumi della vite. Il nome deriva dalla colorazione gialla dorata che assumono le foglie delle piante malate, nei vitigni di varietà a bacca bianca.
I fitoplasmi sono microrganismi che colonizzano i tessuti floematici della pianta provocando, attraverso il blocco del trasporto della linfa, uno squilibrio delle attività fisiologiche della pianta stessa. È considerata tra le più importanti e distruttive malattie della vite. La sua pericolosità è legata alla elevata efficienza di trasmissione del patogeno ad opera del suo principale vettore, la cicalina di origine nordamericana, Scaphoideus titanus, che si alimenta e svolge il suo ciclo biologico interamente su vite, cui è strettamente associato. A causa del carattere epidemico e della gravità dei danni provocati ai vigneti il fitoplasma responsabile della malattia è, ad oggi, incluso negli elenchi delle “organismi da quarantena rilevanti per l’Unione”, in applicazione al regolamento di esecuzione (UE) 2019/2072, che stabilisce condizioni uniformi per l’attuazione del regolamento (UE) 2016/2031(Allegato II, parte B, del Regolamento (UE) 2019/2072).
Nell’ambito del nuovo regime fitosanitario, in un’ottica di miglioramento della gestione delle emergenze e di un mercato sicuro, caratterizzato da piante e prodotti vegetali sani e di qualità, suddetto regolamento ha, altresì, introdotto requisiti rafforzarti per la movimentazione delle piante di vite in relazione a Flavescenza dorata, al fine di prevenirne la diffusione attraverso il materiale vivaistico (punto 19 dell’allegato VIII del Regolamento (UE) 2019/2072)
La Commissione europea ha, inoltre, recentemente definito, in applicazione all’articolo 28 del Regolamento EU 2031/2016, il Regolamento 1630/2022 che stabilisce le misure per il contenimento di Flavescenza dorata all’interno delle aree dell’Unione in cui non è possibile l’eradicazione.
EPPO Global Database |
Flavescenza dorata fu segnalata in Italia per la prima volta in Lombardia nel 1973 e si è successivamente diffusa in gran parte delle aree viticole delle regioni centro-settentrionali. Attualmente la diffusione su territorio nazionale è estremamente eterogenea, con aree maggiormente colpite, aree in cui la presenza della malattia è puntiforme e zone indenni.
Tale difformità si riflette anche nell’intero territorio europeo.
I Servizi fitosanitari regionali effettuano, sul territorio di propria competenza, indagini annuali, per accertare la presenza dell’organismo nocivo specificato e del suo vettore specificato.
Le indagini sono effettuate con le modalità e nel periodo dell’anno più idoneo alla rilevazione della malattia, tenendo conto della biologia dell’organismo nocivo e del suo vettore, della presenza e della biologia della pianta ospite nonché delle informazioni scientifiche e tecniche riportate nella scheda di indagine approvata dal Comitato Fitosanitario Nazionale
Ad oggi lo scafoideo è il principale insetto vettore della flavescenza. Questa cicalina, nutrendosi sulle viti infette, acquisisce il fitoplasma e successivamente, dopo un periodo di latenza, lo inocula nel floema di viti sane propagando in modo persistente la malattia. Il vettore rimane infettivo per tutta la durata della sua vita.
L’insetto sverna come uovo conficcato nel ritidoma di tralci di due o più anni. Dopo la schiusura delle uova, il ciclo di sviluppo di S. titanus si compie con il passaggio attraverso cinque stadi giovanili di cui due, nella forma di neanidi (L1 e L2) e tre, di ninfe (L3-L4-L5) a cui segue, infine, lo stadio di adulto. Durante le prime fasi di sviluppo (L1–L3) lo scafoideo è caratterizzato da una dimensione di 1,5-2,5 mm e un colore traslucido ialino; successivamente (L4-L5), il colore vira al giallo con dimensioni di 3-4 mm fino a raggiungere colorazioni brunastre, con screziature nere marroni e dimensioni di 4-5 mm. L’adulto misura 5-6 mm ed è di colore bruno-ocra, il capo ha una caratteristica forma triangolare con bande scure trasversali e ali caratterizzate da venature scure e areole bianche.
Stadi di sviluppo di S. titanus. L1-L2: neanidi di I e II età. L3-L4-L5: ninfe di III, IV e V età (foto: http://www.winetwork-data.eu/) |
I sintomi della flavescenza dorata sono analoghi a quelli espressi da altre fitoplasmosi della vite, come in particolare il Legno nero (LN) e interessano foglie, germogli, tralci e grappoli.
Alcuni sono riconoscibili già a partire da metà maggio (germogliamento irregolare) altri, come la colorazione settoriale delle foglie ed il mancato agostamento dei tralci, sono più tardivi e maggiormente visibili da metà agosto a fine settembre.
Sintomi chiave primaverili
- Germogli con numero ridotto di internodi;
- Internodi corti e/o disposti a zig zag;
- Foglie di dimensioni ridotte;
- Disseccamento delle infiorescenze;
- Bollosità della lamina fogliare per sviluppo ridotto delle nervature;
- Disseccamento della porzione apicale del germoglio;
- Ripiegamento verso il basso della foglia
- Lamina fogliare con seno peziolare più stretto della norma;
- Caduta prematura delle foglie.
- Imbrunimenti della parte interna della corteccia nel capo a frutto sintomatico (inizio giugno)
Sintomi chiave estivi
- Tracce del germogliamento stentato primaverile
- Femminelle stentate come i germogli in primavera.
- Arrossamenti e/o ingiallimenti della lamina fogliare che non interessano le nervature
- Disseccamento dei grappoli in allegagione
- Arrossamenti e/o ingiallimenti settoriali delimitati dalle nervature
- Distacco anticipato delle foglie con o senza picciolo
- Appassimento (Nota: l’appassimento può anche solo di porzioni dei grappoli dalla fase di invaiatura fino alla raccolta.)
- Consistenza gommosa del tralcio e/o mancato agostamento.
- Ripiegamento verso il basso delle lamine fogliari.
- Ispessimento della lamina fogliare: consistenza cartacea (percepibile al tatto)
- Comparsa di pustole oleose nere sui tralci
In Italia, per far fronte alla comparsa in forma epidemica della fitoplasmosi in diverse zone viticole del territorio italiano, il Ministero dell’agricoltura ha emanato nel 2000 un decreto di lotta obbligatoria (D.M. 31 maggio 2000, G.U. n.159 del 10 luglio 2000, che è stato abrogazione con il D.M. 6 giugno 2023, n 292676).
In base a detto decreto, i Servizi fitosanitari regionali effettuano annualmente la sorveglianza sull’intera area vitata del territorio di propria competenza, verificando la presenza del fitoplasma e del suo vettore.
Il decreto di lotta obbligatoria definisce, altresì, specifiche misure fitosanitarie da attuare nei vigneti in produzione, nonché per i produttori di materiale di moltiplicazione. Il controllo della malattia si basa sulla eliminazione delle piante infette e sui trattamenti insetticidi contro l’insetto vettore programmati in funzione del rischio di infezione.
Pur con l’applicazione di dette misure, negli ultimi due anni la malattia ha fatto registrare una recrudescenza nelle aree produttive settentrionali italiane, dovuta ad una serie di concause, quali:
- le trasformazioni avvenute nelle tecniche di protezione e produzione, con l’aumento delle superfici in coltivazione biologica e la riduzione dell’uso di insetticidi con adeguata efficacia e persistenza;
- la presenza crescente di superfici incolte che rappresentano un pericoloso serbatoio di infezione;
- la diminuita percezione collettiva del rischio di ritorno della malattia, con un abbassamento eccessivo degli accorgimenti di difesa;
- i cambiamenti intercorsi nei rapporti tra patogeno, vettore ed ospite, verosimilmente accentuati dai cambiamenti climatici in corso, con particolare riferimento all’aumento delle temperature nel periodo fine estate-autunno.
Anche in Paesi confinanti, quali Francia e Svizzera, si è registrato un considerevole aumento dell’incidenza della malattia.
In considerazione dell’importanza della problematica per la produzione vitivinicola nazionale è stato istituito, dal Comitato fitosanitario nazionale, uno specifico “Gruppo di lavoro tecnico scientifico su Flavescenza dorata”, al quale partecipano i rappresentanti del Servizio fitosanitario centrale, dei Servizi fitosanitari regionali e dell’Istituto nazionale di riferimento per la protezione delle piante (CREA-DC), nonché dell’Università degli studi di Catania e del Centro di Sperimentazione Laimburg, al fine di approfondire tutti gli aspetti relativi alla problematica, con particolare riguardo ai seguenti elementi:
- definizione delle modalità di indagine delle aree colpite, al fine di uniformare la raccolta dei dati;
- definizione di linee guida di supporto ai viticoltori e a tutti gli operatori professionali del settore;
- individuazione di prodotti fitosanitari efficaci contro il vettore;
- individuazione delle misure fitosanitarie urgenti per il contrasto all’organismo nocivo;
- approfondimento conoscenze scientifiche sull’organismo nocivo, sul vettore Scaphoideus titanus e altri;
- schema di modifica del DM 31 maggio 2000 – adeguamento misure fitosanitarie di emergenza;
- individuazione delle linee di indirizzo per la ricerca sull’organismo nocivo, nonché sugli eventuali agenti di controllo biologico.
- definizione delle procedure per la certificazione dei materiali di moltiplicazione della vite (inclusa termoterapia);
Il Gruppo di lavoro tecnico ha il compito, quale Segretariato per l’emergenza fitosanitaria, ai sensi dell’articolo 9 del decreto legislativo 2 febbraio 2021, n. 19, di assicurare il raccordo tecnico operativo tra il Comitato fitosanitario nazionale e le Unità territoriali di emergenza fitosanitaria.
Sulla base degli approfondimenti del Gruppo di lavoro è stato predisposto il Documento Tecnico Ufficiale n.29 del Servizio fitosanitario nazionale recante “Linee guida per i viticoltori ai fini del contrasto della flavescenza dorata sul territorio nazionale”, finalizzato a fornire ai viticoltori e a tutti gli operatori professionali informazioni di supporto e di indirizzo per la corretta gestione delle aree vitate e a garantire interventi di contrasto alla malattia armonizzati e uniformi, inoltre, il Documento Tecnico Ufficiale n. 44 del Servizio fitosanitario nazionale recante “Scheda tecnica per indagini sull’organismo nocivo: Flavescenza dorata (Grapevine flavescence dorée phytoplasma) e Scaphoideus titanus Ball”
Recentemente il Gruppo di lavoro ha, altresì, predisposto l’aggiornamento delle misure fitosanitarie di emergenza atte ad impedire la diffusione di Flavescenza dorata nel territorio della Repubblica italiana, che sono state approvate nell’ambito del Comitato fitosanitario nazionale del 23 e 24 maggio e che saranno applicate mediante l’Ordinanza del direttore del Servizio fitosanitario centrale del 22 giugno 2023 prot. Masaf n. 326979.